Una bambina e una storia di dolore e speranza, nostalgia e amore.
Prezzo
15,00€
Ogni bambino è diverso, ogni storia è a sé. Ci sono storie in cui il peso di un vuoto preme forte sulla pancia e sul cuore, lasciando imbrigliate lì tutte le parole.
E allora, da dove si comincia? Come si supera la paura di raccontare?
“Maestra, vieni qui. Siediti vicino a me. È una bella giornata di sole, ma io non voglio andare in cortile a giocare. Stai qui vicino a me, maestra. Per favore, non te ne andare. Ti voglio raccontare”.
Francesca Sivo è nata a Bari nel 1978 e lavora a Foggia. Ricercatrice universitaria appassionata di Letteratura latina medievale, sui blog racconta la sua esperienza di mamma di due bimbi venuti da lontano. Questo è il suo primo libro per ragazzi.
Aurelia Leone è nata nel 1982 in provincia di Bari, dove vive. Dal 2010 è artigiana della terracotta, con una formazione artistico-letteraria. Negli ultimi anni si è dedicata alla realizzazione di illustrazioni per libri e brand di moda.
Un vuoto nella pancia è un libro sconvolgente, che mi ha fatto anche piangere molto. Grazie per averlo scritto.
Recensione apparsa su Amazon.it
Si tratta di un albo illustrato intenso e profondo sul tema dell’adozione. Impostato come la lettera di una bambina alla sua maestra, in 50 pagine affronta diversi argomenti centrali per capire cosa significa essere adottato. Ci sono la rabbia dell’abbandono, il vuoto del non sapere molto della propria stessa storia, i cassetti del dolore che si aprono da soli, la confusione in testa, la tristezza, e il non sapersi sciogliere per aver imparato a bastare a se stessa. Ma c’è anche il desiderio di capire e di farlo coi propri tempi, la gioia dell’incontro e delle prime volte con la nuova famiglia, i ricordi belli, la pienezza della nuova vita, la forza e la voglia di lasciarsi andare all’affetto degli altri. In pochissime pagine e con un linguaggio semplice e illustrazioni evocative e simboliche questo libro entra nel cuore e ci rimane.
Recensione apparsa su Amazon.it
Libro bellissimo, delicato, profondo. Da mamma adottiva l’ho sentito “mio” in ogni parola. Le emozioni sono rappresentate con efficacia, ogni singola parola ha un senso preciso. Si legge bene, si rilegge con altrettanto piacere. E’ adatto anche per una lettura condivisa in un contesto di gruppo (classe, gruppo lettura), adulti e bambini. Negli adulti apre una finestra di conoscenza sulle emozioni che invadono i bambini adottati, e che spesso manifestano con modalità improprie. Nei bambini può suscitare domande e curiosità che aiutano ad aprirsi all’altro: a chi ha un vissuto diverso, ma ha i medesimi diritti di essere e stare nel gruppo, magari facendo un po’ di confusione ma reclamando un riconoscimento.
Non da ultimo: illustrazioni bellissime, che rappresentano le emozioni al pari delle parole!
Arrivato e letto tutto d’un fiato!
Bellissimo! L’unico libro “emozionale” che trasmette davvero emozioni.
Il libro era appoggiato sul tavolo del salotto, l’ha portato mia sorella ieri sera; mi è sembrato di aprire uno scrigno da dove sono uscite emozioni ancestrali e immagini incantate. Aurelia, tu e l’autrice avete creato qualcosa di doloroso e incantevole allo stesso tempo. Brave, siete state brave!
Cara Francesca,
di ritorno da Firenze, ho letto il tuo racconto e scorso le raffinate illustrazioni.
Sei stata brava ad assumere il punto di vista di tua figlia e a raccontare non il tuo ma il suo “vuoto nella pancia” (che la lega alla mamma “di pancia”) e il bivio nel quale vive tra le seduzioni del nostro benessere e l’incanto della neve, degli alberi e della libertà di un’altra landa e di un altro tempo.
La scansione quasi strofica dà alle pagine l’aspetto di un canzoniere, una raccolta di versi insoliti, versi lenti e lunghi, epigrammi per bambini.
Tra le altre mi ha colpito la pagina 14, dove è interessante la descrizione dei pathemata della rabbia “rossa”, con spunti saffici, come il “fuoco” o la vista (“non vedo più nulla”).
Colpisce soprattutto la capacità di descrivere con gli occhi di una bambina dettagli speciali, dai pantaloni dei maschietti, agli odori, come quello di “formaggio intenso”, ai “vuoti” della memoria, alle “mancanze”, allo “smarrimento”.
Un abbraccio affettuoso,
Francesco De Martino
Un libro terapeutico, che può essere di ispirazione per molte donne: ragazze, mamme, nonne.
Una lettura così delicata e profonda che ha il sapore dell’abbraccio di una mamma.
Ci sono libri che ti entrano nel cuore: questo è uno di quelli! Grazie Francesca Sivo per averlo scritto ♡
Recensione a Un vuoto nella pancia. Lettera a una maestra di un utente che ha preferito rimanere anonimo, apparsa su Amazon (acquisto verificato).
Una bellissima lettura, dolcemente illustrata, che ti cattura subito e ti trascina tutto d’un fiato… e ti fa riflettere, emozionare profondamente …
Arriva dritto al cuore .. e alla pancia!
Consiglio a tutti di leggerlo, senza limiti di età o professione, perché merita davvero !!
Perfetto anche da regalare e da regalarsi !!
“Io sono diversa dai miei compagni, maestra. Non ho ecografie della gravidanza della mia mamma da mostrare. Non so se, quando ha saputo che c’ero, mi ha aspettata felice. E se era felice, non so chi c’era a gioire con lei. Non lo so, perché nessuno me lo ha mai raccontato. Non conservo foto dei miei primi anni. Non so neanche se me ne hanno mai scattata qualcuna. Non so che cosa ha provato la mia mamma di pancia, quando, per la prima volta, mi hanno posata sul suo petto. Ricordo bene, invece, e posso raccontare l’emozione che ho visto nello sguardo della mia nuova mamma, quando per la prima volta mi ha presa per mano. E la prima notte insonne, appiccicata a lei e tutta sudata, mentre continuavo a ripeterle: ‘Non mi lasciare'”.
Qualche tempo fa ho partecipato a un corso di scrittura creativa per ragazzi, alla Libreria Le Storie Nuove di Conversano, tenuto dalla scrittrice Nadia Terranova. Ognuno doveva portare un’idea o una bozza informe di storia per capire se e in che modo sarebbe potuto trasformarsi in libro. Fu in quell’occasione che Francesca ci lesse le prime battute della sua storia. Io c’ero quando questo libro è stato concepito. C’ero e ho visto i suoi occhi lucidi mentre ce ne parlava, l’ho sentita l’emozione ruvida delle sue parole mentre ci raccontava quanto fosse difficile colmare i vuoti di due bambini venuti da lontano e guarirne le ferite. C’ero quando Francesca ha capito – e l’avevamo capito tutte – che solo i disegni di Aurelia avrebbero potuto incastrarsi perfettamente con la sua storia. Tutto è ora racchiuso in queste pagine, che hanno lo stesso sapore dolceamaro di quei momenti.
Ci vogliono amore e coraggio per mettere al mondo un figlio/a. Ce ne vogliono molto di più per scegliere di diventare genitori di un bambino/a messo al mondo da qualcun’altro. Ecco, io verso queste donne, come Francesca, e questi uomini provo da sempre un’ammirazione enorme.
Giovanna
“Delicato e forte nello stesso tempo”: recensione di Eva a Un vuoto nella pancia. Lettera a una maestra di Francesca Sivo, apparsa su Amazon.
Dalla pancia al cuore. Fatevi un regalo per questo Natale, leggetelo!!
Recensione di Mella a Un vuoto nella pancia. Lettera a una maestra di Francesca Sivo, apparsa su Facebook.
Non tutti i bambini sono uguali. Per fortuna. E per questo sono importanti le parole che usiamo e le domande che noi adulti facciamo. Non possono essere uguali per tutti. Ogni bambino è portatore di storia e necessita rispetto.
Il libro di Francesca Sivo, Un vuoto nella pancia (appena uscito con la Progedit), è immaginato come la lettera a una maestra da parte di una bambina che ha forte il desiderio di raccontarsi ma non sa se dall’altra parte c’è qualcuno disposto ad ascoltarla davvero, al di lá degli schemi preconfezionati. I suoi ricordi sono confusi, a volte sbiaditi, a volte nitidi, i pensieri nella testa sono tanti e pesanti, i desideri contraddittori.
Quel vuoto nella pancia nasce dallo smarrimento ma si trasforma in una nuova idea di famiglia in cui finalmente trovare l’abbraccio perduto. Chi scrive questa lettera lo fa proprio per rivendicare un diritto alla normalità che tenga conto delle diversità di ciascuno.
Scritto con un linguaggio semplice e con un andamento poetico sottolineato dalle splendide illustrazioni di Aurelia Leone il libro arriva dritto al cuore e ci chiede ascolto.
Consigliato alle maestre ma non solo!
Recensione dell’utente Angela a Un vuoto nella pancia di Francesca Sivo, con illustrazioni a colori di Aurelia Leone, pubblicata su Amazon.
Un pugno allo stomaco, una fitta nel cuore.
Questo è uno di quei libri che mi piacerebbe tanto fosse letto nelle scuole. L’autrice riesce, con un linguaggio essenziale ma allo stesso tempo di impatto, a far breccia nel cuore e nella pancia del lettore, finendo per smuovere una valanga di sensazioni (tenerezza, rabbia, amore, tristezza, gioia, sofferenza, ammirazione) in contrasto tra loro, e non si può riuscire a trattenere le lacrime. Bellissime anche le illustrazioni che accompagnano questo meraviglioso racconto. Complimenti davvero.
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1 recensione per Un vuoto nella pancia
M.G. Palazzo –
Un vuoto nella pancia di Francesca Sivo
Illustrazioni di Aurelia Leone – Progedit
Nota di lettura
Un vuoto nella pancia, di Francesca Sivo, con le illustrazioni eteree e intense di Aurelia Leone, progetto editoriale Progedit, ha la nobiltà del coraggio di attraversare le ombre di una vicenda di fragilità, quale è quella di una bambina che fa precoce esperienza di abbandono e di solitudine, ma anche di una vicenda di luce, di forza e di benedizione, quale è quella dell’adozione, di chi nasce di nuovo, da un’attesa che si fa amore.
Il libro si presenta agile e denso nel suo farsi strada dentro una vicenda di radici recise e di rinascita, e si apre accompagnato da immagini potenti e nel contempo delicate, perché avere a che fare col fuoco di emozioni radicali, di ferite e di cicatrici significa allenarsi anche a tempeste, sbucciature e graffi che non si vedono sulla pelle ma stanno dentro, pronte a riemergere. L’autrice entra nel vivo della ferita dell’abbandono ma intercetta subito la feritoia di una narrazione che è salvezza e che produce gioia e guarigione perché è luce.
Ogni storia è unica e irripetibile, ogni storia è diversa e indicibile, per quella parte sommersa che non è possibile recuperare, non solo da un profilo storico anagrafico ma di risonanza emotiva che appartiene, in modo esclusivo ed intimo, a chi la vive.
Con grande maestria e senza fare sconti al reale, l’autrice riesce a dipanare sapientemente il filo di una narrazione originale, moltiplicando la possibilità di una tessitura che diventa, a un certo punto, fioritura. Una fioritura possibile anche per il lettore se si specchia nell’esperienze di fragilità e di forza, che la narrazione consegna come possibilità di rinascita sicura. Un’altalena di vuoti e di pieni, quasi diapositive dell’anima, che diventano gradualmente punto dolens et saliens della storia, tiene il lettore saldamente intrecciato alla narrazione, mano nella mano, dentro un viaggio interiore che è salvezza.
Salvezza dal non senso e dalla insignificanza, salvezza dal non poter occupare le categorie usuali, esistenziali, che solitamente accompagnano, almeno nei primi anni, i bambini verso la conoscenza di sé, del mondo, degli altri. Salvezza per la possibilità di ridisegnare i contorni della propria identità che finalmente giunge, a portata di abbraccio, tutta lì nell’amore incontrato, incondizionato, l’amore di una mamma e di un papà desideranti, di una famiglia attendente, solerte, amorevole, di una maestra che ascolta. Con il tempo, con lo sciogliersi dei nodi tutte le paure scenderanno a un livello di guardia con cui sarà possibile convivere e le regole del vivere saranno reinventate e sarà bello girovagare tra gli alberi, come dice la voce narrante. Al lettore le consegne invisibili. Forse allora il pianto di una bambina meravigliosa e della sua mamma saranno solo lacrime di gioia.
Tenere tra le mani un libro illustrato che racconta il miracolo di una rinascita, senza sotterfugi, senza falsa retorica, è un privilegio, per il cuore e per la mente, un dono prezioso. Si sa, perché un libro viva c’è bisogno di lettori e dunque un libro è come un grande albero matriarca, in questo caso, visto che si tratta di una narrazione femminile, che attende visite. Ogni libro ci chiama ad entrare in punta di piedi in un mondo che nasce dal vissuto di chi lo ha prima sognato, poi pensato e intessuto. Gratitudine per ogni parola, che sia fioritura!